SPJAZZI

25 ottobre 2016 8:39 di Jazzi Shortlist

Di Laura Fabriani

Il progetto Spjazzi si fonda sull’idea di reperibilità e ripetibilità nel territorio di un unico elemento: un basamento in pietra verniciata di colore giallo. Posizionandosi volta per volta secondo la giusta distanza critica e con dimensioni e forme sempre diverse per ciascuno jazzo, ogni spiazzo è in relazione anche con tutti gli altri presenti nel territorio, ed è possibile selezionare in una mappa gli jazzi da visitare attraverso la loro nuova forma. I segni gialli che queste architetture minute mostrano in una visione aerea sono necessari per conoscere il territorio, ma soprattutto per offrire una nuova lettura cartografica. Di notte, poi, il cielo si specchia nella valle e il profilo dei tappeti di pietra si mostra in una costellazione terrena che rivela al viandante le stazioni del suo viaggio. Allo stesso modo del principio che ha costruito le grandi architetture dei templi nella cultura greca, nel passaggio dalla forma lignea a quella litica, così il tappeto in lana costruito del materiale fornito da chi abitava questi luoghi, pietrificato racconta la storia di un rituale antico. Non eccesso di materia, nessuna cancellazione o sostituzione per un nuovo uso, i tappeti in pietra sono stesi per fornire il necessario, utile alla memoria per rigenerarsi. Come quadrati cinesi mancanti di un lato per dare ospitalità così gli spiazzi solidificano il bordo per dar spazio a giacigli -in pietra di recupero- sollevati da terra. La materia stessa con cui gli spiazzi sono costruiti è azione del necessario e del processo sulla memoria. Le pietre scivolate via dai recinti diruti, lastre di vecchi pavimenti e scarti di pietre abbandonate in attesa di essere lavorate sono recuperate, accatastate e ricollocate secondo disegni sempre nuovi per jazzi sempre diversi. Nel loro essere dipinte di giallo queste basi assolvono il ruolo di mediazione tra i due livelli di intervento del progetto. Da un lato dichiarano il loro abitare la contemporaneità rispetto alla architettura trovata, dall’altra sono riferimenti luminosi nel paesaggio per abitare la notte.


CONCEPT

Spiazzi di pietra colorata. Si dorme, si narra, si ama, si guarda. Simili a tappeti stesi, tutto vi si svolge sopra. La figura del tappeto, trasposta nella forma dello spiazzo è ricordo del nomadismo del pastore e della lana offerta dagli animali. “Il giallo, antico pegno di grandezza e fortuna che distende il sole ai nostri piedi” è proposto in segno di riposo.


OBIETTIVI
Il dubbio del procedere, avanzando lentamente, quasi indietreggiando è la condizione di chi segue una mappa che non indica le vie ma soltanto le stazioni. Prendersi cura di una storia o di un luogo, vuol dire porsi in ascolto, procedere piano, con lo stesso spirito con cui ci si pone di fianco a un anziano o a una persona che si conosce poco. Fermarsi, prestare attenzione e proteggere. Gli spiazzi, tappeti di pietra, si accostano ai ricoveri o entrano all’interno di essi solo quando lo jazzo ha bisogno di maggior cura per non invecchiare. Questa base di soccorso è portatrice degli elementi necessari all’abitare il viaggio e quel luogo. Alcuni di questi raccontano la storia stessa degli jazzi, giacigli per uomini e animali, aree dove poter accendere il fuoco e trovare acqua per abbeverarsi, altri invece si mostrano solo di notte quando la valle è abitata da forme luminose su cui stendersi per guardare le stelle.


FATTIBILITÀ TECNICA
La superficie limitata d’intervento, il recupero dei materiali utilizzati per la sua realizzazione (pietra di risulta locale), l’utilizzo di vernici fotoluminescenti che garantiscono energia pulita e rinnovabile nel rispetto del ciclo naturale notte giorno, l’impiego di manodopera non specializzata per la manutenzione degli spazi capace di generare anche processi partecipativi aperti ai visitatori, collocano il progetto in un piano strategico di recupero sostenibile e valorizzazione dei manufatti volto alla conoscenza, salvaguardia e alla tutela del territorio.


PIANO DEI COSTI DI REALIZZAZIONE E MANUTENZIONE

L’elenco delle lavorazioni necessarie da eseguire per la realizzazione dell’opera (decespugliamento di vegetazione spontanea, rimozione superficiale del pietrisco, formazione del piano quotato di progetto, preparazione del piano di posa e del relativo massetto, posa in opera del pavimento, verniciatura con pittura fotoluminescente) restituiscono una stima di euro 89,20 al metro quadrato. Ipotizzando una superficie complessiva di progetto di 400m2 degli jazzi sottoposti a bando (Jazzo Murici, Jazzo della Cropana, Jazzo di Valli Cupi e Jazzo del Pastore a Piano) si raggiunge una somma complessiva di circa euro 35.680 per la realizzazione dell’intero progetto. I costi di manutenzione e gestione dell’intervento (verniciatura 5-7 anni e pulizia degli ambienti attigui) non prevedono manodopera specializzata e possono essere ammortizzati/abbattuti da personale volontario.

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