Riprendiamo la notizia, pubblicata dalla redazione di Wired. Come si chiameranno le nuvole che sovrastano il monte Bulgheria?
Nel video: Nuvole sul monte Bulgheria
Il tema del World Metereological Day 2017, che cade il 23 Marzo, sono le nuvole: difficile resistere al loro fascino, anche se non si è esperti o appassionati di nefologia. Ma da oggi, con il lancio del nuovo, e in formato digitale, International Cloud Atlas, sarà forse più semplice avere un riferimento online per osservarle e identificarle.
Un aggiornamento importante, in quanto l’ultimo ritocco dell’atlante risaliva alla fine degli anni ’80: la prima pubblicazione risale invece alla fine del 19esimo secolo, quando l’ International Meteorological Conference lo pubblicò in una primaria versione con 28 immagini. Estetica a parte, le nuvole sono ovviamente una parte essenziale del sistema climatico e del ciclo dell’acqua e comprenderne morfologia e dinamiche è cruciale per chi lavora in determinati settori, come quello dei servizi meteorologici, come ricorda anche la World Metereological Organization.
Il nuovo atlante non aggiorna la classificazione delle dieci tipologie di nuvole o generi (tra cui i famosi cirrocumuli, stratocumuli ecc), definite in relazione a dove si formano in cielo e alla loro aspetto approssimativo.
Tuttavia, come spiega la Wmo, esistono poi delle specie, in virtù della forma e della struttura interna, e delle varietà, che descrivono la trasparenza e la disposizione e sono varie le combinazioni. Il nuovo atlante ha aggiunto una nuova specie, volutus o “roll cloud”, una nuvola a forma di tubo o cilindro, che si dispone orizzontalmente, ma anche cinque nuove caratteristiche: asperitas, cavum, cauda (quella della tail cloud, nuvola a coda), fluctus (o onda di Kelvin-Helmholz) e murus (quella del wall cloud, il muro di nuvole).
Anche in questo campo c’è chi fa lobby si batte per l’aggiornamento della classificazione, come la Cloud Appreciation Society, che ha sostenuto il riconoscimento delle asperitas, fin dal “riconoscimento” nel 2008 e oggetto dell’interesse dei citizen scientists globali, quelli che osservano “dal basso”.
Spazio anche a nuvole speciali, causate ad esempio dalle attività umane, comprese quelle generate dalle scienze di condensazione.
Nel 2015, la Wmo aveva annunciato l’idea di rivedere e aggiornare l’International Cloud Atlas, per farne uno strumento user-friendly, ma senza perderne l’aspetto autorevole e sbilanciato sul lato scientifico. Come spiegato da Bertrand Calpini, presidente in seno alla Wmo della Commission for Instruments and Methods of Observation (Cimo), e supervisore al processo di revisione, l’atlante contiene immagini, definizioni e spiegazioni che sono accettate e usate da 191 paesi e territori membri dell’organizzazione che si occupa di clima per le Nazioni Unite.